Cappella della Beata Maria Pia

Cappella della Beata Maria Pia (Gia’ Cappella Sant’antonio)

Susanna Maset

La cappella della Beata Maria Pia Mastena venne aperta al culto il 27 giugno 2011 dopo i lavori di restauro e di adeguamento liturgico voluti dalla Parrocchia e della vicina Congregazione delle suore del Santo Volto. La celebrazione fu presidiata da monsignor Eugenio Ravignani, già vescovo di Vittorio Veneto (1983-1997), oltre che da decine di ecumenici e dalla numerosa comunità delle suore del Santo Volto. Alla cerimonia partecipò una moltitudine di devoti. A quel tempo si considerò che questo spazio, utilizzato perlopiù come deposito, avesse le peculiarità ideali per accogliere le spoglie della Madre fondatrice della Congregazione delle suore del Santo Volto, eretta agli onori degli altari il 13 novembre 2005 sotto il pontificato di Benedetto XVI. L’illuminante idea dell’allora arciprete don Francesco Veronese e della Madre generale suor Tiziana Codello e poi dalla Madre generale suor Annalisa Galli, entusiasmò gli animi dei parrocchiani, delle suore e dei devoti, tanto che, con la loro energia e generosità, si poté in pochi mesi realizzare i lavori di recupero dell’edificio e un nuovo allestimento consono al ritrovato spazio liturgico e per diventare la “casa” della Beata Maria Pia. Il progetto per la nuova “casa” considerò il luogo dove la Beata Maria Pia diede inizio alla sua missione, lo spirito che, oggi come allora, accompagna e assiste, in molte parti del mondo, tante sorelle dedite all’accoglienza, alla cura delle sofferenze, all’amore del prossimo e doveva essere un luogo dove molti uomini e donne potessero venerarla (vedi biografia). Il progetto fu approvato nel 2010. I lavori furono realizzati nel 2011 dalle imprese Gava Angelo, F.lli Fabris e Pio Vettorel e Pietro Ceschin.

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Lo spazio liturgico

Lo spazio sacro

Susanna Maset

Questo spazio è classificabile come un ritaglio generato dall’edificazione della chiesa novecentesca dove il nuovo volume incastonato dentro la chiesa precedente lascia esclusi due ambiti, la cappella della Sacra Famiglia (l’antico presbiterio) e la cappella della Beata Mastena (porzione dell’antica aula e ancor prima pronao). La cappella della Beata Maria Pia è un ambiente indipendente al quale si può accedere direttamente dall’esterno oppure dall’interno dell’arcipretale attraverso la porta a destra del presbiterio, mantenendo così quel legame indissolubile tra il grande spazio sacro e questo piccolo e rinnovato luogo di preghiera. L’ingresso ufficiale avviene dalla facciata occidentale attraverso il grande portale lapideo corredato di un altrettanto grande portone in legno di larice realizzato dalla Falegnameria Baradel nel 2009. L’ambiente, impostato su pianta quadrata, è caratterizzato da grandi archi che adornano le pareti e disegnano un’atmosfera decisamente aulica, enfatizzata certamente dalla spiccata verticalità del volume che testimonia l’originale altezza dell’antica pieve del Battista. L’altare barocco, posto al centro del lato meridionale, è l’unico altare sopravvissuto della chiesa precedente (vedi avanti), come pure la pavimentazione in conci di pietra di Cugnan. La nuova organizzazione dell’arredo coniuga le esigenze della liturgia a quelle della devozione dedicate all’urna della beata. Il linguaggio minimale dei fuochi liturgici cerca volutamente un contrappunto; l’essenzialità delle forme realizzate con un unico materiale si immergono nell’architettura del passato, lasciando al fruitore la libertà di ricercare un nuovo rapporto con il sacro, attraverso il significato simbolico e teologico che ognuno di questi oggetti porta con sé, in una successione tra passato e contemporaneo. Tutti gli oggetti contemporanei sono in legno di quercia. Per la teologia quest’essenza rappresenta la forza e la fermezza della fede, come già il Cima raffigurò nell’albero in primo piano con il Battista. Da semplici pieghe, realizzate con grezze tavole di legno di rovere, prendono forma l’ambone, la sede del celebrante, la mensa e i banchi, mentre esili listelli, ancora di rovere, configurano il sarcofago delle spoglie della Madre fondatrice e il Santo Volto nel paravento d’ingresso. L’acquasantiera posta all’ingresso e composta da un piedistallo e da un bacile di cristallo è come una polla che deriva dal vicino torrente Codolo, dove la tradizione racconta venissero eseguiti i primi battesimi.

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Beata Maria Pia Mastena Fondatrice (Biografia breve)

Beata Maria Pia Mastena Fondatrice (Biografia breve)

Bovolone, Verona, 7 dicembre 1881 - Roma, 28 giugno 1951

Teresa Maria Mastena nacque a Bovolone (Verona) il 7 dicembre 1881, prima di cinque figli. Grande fu la sua devozione, fin da piccola, per l’Eucaristia, per la Passione di Gesù e per il Santo Volto. A 20 anni entrò nell’Istituto delle ‘Sorelle della Misericordia’ di Verona e il 24 ottobre 1903 fece la professione religiosa con il nome di Passitea Maria di Gesù Bambino. Dopo aver ripreso gli studi e ottenuto il diploma di maestra elementare, ottenne l’abilitazione all’insegnamento nel 1907, e nell’ottobre 1908 fu trasferita a Miane (TV) come superiora della comunità e maestra di scuola elementare, fino al 1927. Nello stesso anno, il vescovo di Ceneda, Mons. Eugenio Beccegato le consentì di fare un’esperienza di sette mesi nel monastero cistercense di S. Giacomo di Veglia. Dopo aver ripreso l’insegnamento a Miane e a Carpesica, pensando ad una nuova fondazione, dal 1930 al 1936 insegnò a San Fior, dove, per venire incontro alle reali necessità del paese, aprì un asilo ed una mensa gratuita per bambini poveri e un laboratorio di cucito per ragazze, cominciando ad accogliere delle aspiranti per il nuovo Istituto. Il 24 ottobre 1932 con il permesso del Vescovo vi furono le prime vestizioni, e l’8 dicembre 1936 iniziò ufficialmente la vita delle Religiose del Santo Volto, con l’approvazione diocesana di Mons. Eugenio Beccegato, con il carisma di “propagare, riparare, ristabilire l’immagine del dolce Gesù nelle anime”. L’approvazione pontificia della nuova Famiglia religiosa, arrivò il 10 dicembre 1947. Madre Maria Pia Mastena si spense improvvisamente a Roma il 28 giugno 1951. Dichiarata venerabile il 5 luglio 2002 da Giovanni Paolo II, è poi stata beatificata il 13 novembre 2005 sotto il pontificato di Benedetto XVI. Le sue spoglie riposano nella cappella a lei dedicata, nella parrocchia di San Fior, accando alla Casa Madre dell’Istituto da lei fondato. Il Signore ha dato ascolto all’intercessione di Madre Mastena, invocata da una sua Religiosa, in servizio in sala parto della Casa di Cura “Santo Volto” di Roma. Una bimba, figlia di una nota attrice, venne alla luce dopo solo 28 settimane di gestazione, senza alcun segno di vita. Fu dichiarata morta dai medici. La giovane suora non desistette e, continuando ad invocare Madre Mastena, ha proseguito le manovre di rianimazione, ottenendo dal Signore la grazia desiderata, considerata dalla Chiesa un vero e proprio miracolo. La bimba ora è una giovane donna, brava ed intelligente, riconoscente a Madre Maria Pia e a Suor Costantina che ha tanto pregato per la sua vita.

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Il reliquiario della Beata e il Santo Volto nel paravento

Il reliquiario della Beata e il Santo Volto nel paravento

Susanna Maset

E’ attraverso la particolare relazione simbolica tra questi due oggetti che viene dato senso alla “casa” della Beata Maria Pia Mastena dentro all’antico spazio della cappella di sant’Antonio. L’urna, contenente le spoglie della Madre fondatrice, è posta di fronte alla grande arcata che raffigura il trittico dedicato ai momenti della sua vita, ed è racchiusa all’interno di un “sarcofago” dalle pareti permeabili che lasciano intravedere con discrezione l’interno. Un candeliere, un’aureola a spirale di fiammelle accese dai fedeli, suggerisce ed esalta la preghiera svolta con movimento circolatorio intorno al corpo della Madre fondatrice; le candele rovesciate rappresentate dalle luci sospese, espandendosi idealmente dall’urna, riempiono il grande volume architettonico. Nel silenzio della cappella, girando intorno all’urna, si vedrà comparire (forse) il volto sindonico, disegnato con semplici listelli di legno sulla superficie trasparente del vetro del paravento d’ingresso. Il Volto Santo non è riconoscibile dall’ingresso, casomai solo occasionalmente dall’interno del limitrofo giardino dell’Istituto delle suore e con le luci accese dentro la cappella si può scorgerlo con chiarezza. Questa raffigurazione del volto sindonico si ispira liberamente al Santo Volto rappresentato nel presbiterio della chiesa dedicatagli a Torino e progettata dall’architetto ticinese Mario Botta, in una realizzazione suggestiva e indimenticabile. Il Santo Volto di San Fior, come per quello di Torino, adopera lo strumento “pixel”, ovvero l’unità di misura che compone l’immagine digitale. Partendo dall’analisi del negativo della fotografia del volto della Sacra Sindone sono stati giustapposti i listelli di legno sulla vetrata che compone il paravento: dalle parti piene e vibranti si può vedere attraverso, ma sono i vuoti a dare forma ai caratteri somatici del viso adorato dalle suore della Beata Maria Pia. È riprodotta qui una lettura dell’impronta lasciata sul tessuto sindonico, quindi più che un’immagine una presenza.

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Momenti della vita della beata Maria Pia Mastena Bianco di San Giovanni su tela di lino, cm 350x330

Momenti della vita della beata Maria Pia Mastena Bianco di San Giovanni su tela di lino, cm 350x330

ANNAMARIA TREVISAN (Vicenza, 1949)

La composizione a trittico fa da quinta al reliquiario della Beata Maria Pia. La rappresentazione monocroma, eseguita con rapide e ampie pennellate di luce (color bianco San Giovanni) su tela di lino grezza (priva di preparazione) racconta la storia della vita terrena e spirituale della Beata. I grandi scomparti inferiori ad arco sono colmi delle genti per le quali Madre Maria Pia ha dedicato la sua vita e che hanno rappresentato, fin dall’origine, la sua missione: ricercare, nel volto di uomini e donne sofferenti, il volto di Gesù. La Madre dolce e fiera è ritratta come in un quadro di famiglia nello scomparto di destra. Aldilà della balaustra della casa madre le consorelle rappresentano il passaggio alla vita missionaria che ha portato la congregazione ad uscire dall’originale vita claustrale per viaggiare e diffondere il loro messaggio nel mondo, dove hanno fondato case di accoglienza in Brasile, Filippine, Bolivia oltre che in molte parti d’Italia. In alto riempie la grande cimasa arcuata la Beata Maria Pia raffigurata in uno struggente compianto. Il disegno, che proviene dal colore della luce, rappresenta, con soffi di bianco, la spiritualità della beata in ammirazione al Cristo morente.

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